Anche il sindaco di Bitonto a Milano per la Segre

Oltre 600 primi cittadini da tutta Italia: «Siamo la sua “scorta civica”»

mercoledì 11 dicembre 2019 10.13
Dopo la mozione in consiglio comunale, la presenza fisica in piazza a Milano per manifestare vicinanza e solidarietà a una sopravvissuta all'Olocausto finita nel mirino di neofascisti e antisemiti. Così il comune di Bitonto ha espresso il suo sostegno alla senatrice Liliana Segre, vittima della follia nazifascista e adesso anche delle minacce dei nostalgici di un periodo che non è mai davvero "passato". A rappresentare la comunità bitontina il suo primo cittadino, Michele Abbaticchio, che si è stretto assieme ad altri 600 sindaci e a tabtu amministratori e semplici cittadini giunti da tutta Italia per dire che la senatrice non è sola e non sarà mai un bersaglio facile dell'odio razziale.

Abbaticchio ha spiegato di aver deciso di manifestare «contro l'odio e la paura. In marcia per la senatrice Liliana Segre, per rappresentare la sua "scorta civica", e per affermare che l'odio non ha futuro. Anche Bitonto col cuore, col pensiero e con la fascia tricolore, c'è. Per tutti coloro che avrebbero voluto esserci. Si riparte stanotte per tornare, con energia e più convinzione ancora».

La manifestazione si è sviluppata parallelamente alla mozione presentata in consiglio comunale dalle forze di maggioranza che ricalca quella presentata in Senato negli scorsi giorni e che non ha trovato il voto favorevole dei senatori di Forza Italia, astenuti sul provvedimento. Un destino toccato anche alla mozione "bitontina", che in definitiva, non proponeva altro che una dichiarazione di sostegno alla battaglia della Segre e al suo diritto di poter liberamente esprimere il suo impegno politico senza diventare bersaglio degli spargitori di odio razziale e antisemita.
Per il consigliere di forzista, Carmela Rossiello, però, il documento avrebbe rappresentato «uno strumento di inaccettabile contrapposizione ideologica e politica», perchè ne farebbe «territorio esclusivo di una sola parte politica».
Al provvedimento, però, nessuna richiesta di modifica è stata presentata: il partito ha semplicemente deciso di non votarla.