#2 LivesOnColors: i colori secondari

Secondo appuntamento con la rubrica di Lorella Piperis

mercoledì 23 dicembre 2020 10.27
A cura di Lorella Piperis
Eccoci giunti alla seconda tappa di questo coloratissimo viaggio. La scorsa settimana abbiamo parlato dei colori primari sottrattivi, chiamati cosi perché non si possono ottenere con la mescolanza di nessun altro colore, al contrario dei colori secondari, oggetto di questo secondo appuntamento con Lives On Colors.
Tre i colori secondari: il viola – nominato Pantone 2018 in una delle sue più belle sfumature, il caldissimo arancione, unico colore che non ha una variante fredda e il brillante verde. Quest'ultimo, secondo la teoria additiva, è classificato tra i colori primari, ma noi ci atterremo alla teoria di Itten, inventore della omonima ruota dei colori di cui parleremo in seguito. Dall'unione dei colori primari nascono i secondari. Dal giallo e il blu, abbiamo il verde; dal blu e il rosso, abbiamo il viola; dal giallo al rosso, l'arancione.

Abbiamo già accennato al significato della psicologia dei colori ed è interessante notare come, per esempio, nei cartoni animati Disney, se i protagonisti indossano spesso abiti dai colori primari – come per esempio Biancaneve – gli antagonisti indossino i colori secondari – basti pensare alla matrigna di Cenerentola, la perfida Grimilde di Biancaneve e Maga Magò.
Iniziamo subito a parlare del viola, ricco di significati spirituali e psicologici. Nasce dalla mescolanza del blu e del rosso. È il colore per eccellenza della creatività, della misticità, ma è spesso associato a circostanze tristi. In Turchia e in Venezuela è il colore del lutto, in Giappone evoca paura e malvagità ed è vietato indossarlo ai matrimoni. Ulteriore divieto di indossarlo è subentrato nel mondo teatrale italiano, sin dal Medioevo. Durante la Quaresima, il cui colore liturgico è appunto il viola, erano vietati tutti i tipi di rappresentazioni teatrali e di spettacoli pubblici. Gli attori non lavoravano, il viola portava iella. Forse è anche per questo che, secondo alcuni sondaggi effettuati tra la popolazione, il viola è il colore che piace meno. Tuttavia è anche il colore del lusso e della nobiltà vista la grande difficoltà di trovarlo in natura: in passato era molto complesso poterlo riprodurre.

Da due colori vitali e pieni di significati positivi, nasce l'arancione: qualsiasi cosa contenga questo colore ci fa pensare all'estate, al profumo delle arance, al cielo prima di tramontare, allo Spritz in riva al mare! Chi predilige e indossa questo colore è sicuramente una persona audace, ottimista e molto sicure di sé. L'arancione è un potente catalizzatore di energia, quindi, quando siete giù di tono, lasciatevi avvolgere da una sciarpa, un cardigan o qualcosa di arancio, riscontrerete fin da subito i benefici. È dimostrato che le persone più introverse o quelle istintive, ma con poco problem solving che rimangono bloccate dalle loro decisioni, rifiuteranno di indossare questo colore. Controllate se ne vostro armadio c'è qualcosa di arancione. Se non avete nulla di questo splendido colore o avete richiesto la vostra consulenza armocromatica e appartenete a stagioni fredde (quindi estate e inverno) - nelle cui palette non è presente mai l'arancione - perchè ricordiamo è l'unico colore che non possiede variante fredda, la vostra personalità è più introversa e prediligerete colori come il blu (che è complementare all'arancione) che abbiamo visto la scorsa settimana.

Concludiamo con il colore più amato al mondo, il verde, nato dal giallo e dal blu. Il verde è il colore della positività, dell'energia, della fortuna, della vita. Chi predilige ed indossa il verde ha una personalità equilibrata, trasmette armonia all'interlocutore ed è una persona positiva e stabile come un grande abete. È il colore dominante nella natura incontaminata e non è un caso che l'occhio umano percepisca, a seguito delle sue frequenze, prima il verde, poi il rosso ed infine il blu.

Nella prossima tappa analizzeremo i colori Terziari e il loro significato. Alla fine del viaggio riusciremo a capire cosa dice di noi il nostro armadio e quanto la nostra casa parli davvero di noi.